Spesso, quando si vogliano scoprire le origini delle moderne discipline scientifiche, non è infrequente che si arrivi a un punto nel quale la disciplina che si stava studiando si mescola e unisce ad altre, sino a formare un tutto unico non facilmente districabile.
Questo avviene anche al tema che introdurrò oggi e che costituisce l'argomento portante del prossimo Carnevale della Chimica: La chimica dei farmaci.
Per esempio, in questo caso la storia della chimica farmaceutica si unisce e mescola in maniera a volte indissolubile alla storia della medicina e alla storia della chimica tout court, e all'alchimia quale suo antenato.
Papiro di Ebers imagecredit it.wikipedia.org |
Uno dei più antichi documenti sulla chimica farmaceutica disponibile in forma scritta risale al secondo millennio a.C. ed è opera di studiosi egiziani, di quella mezzaluna fertile culla di civiltà e cultura. Si chiama Papiro di Ebers e contiene formule per le più svariate patologie. Certamente vi si ritrovano superstizione e magia, ma sono rintracciabili anche momenti più legati alla pratica e all'osservazione.
E che l'Egitto sia legato alla chimica sembrerebbe dimostrarlo anche quella che alcuni ipotizzano essere l'etimologia della parola: Kham, che vuol dire nero, riferendosi al limo trasportato delle inondazioni del Nilo, da cui Khemeya che assunse il significato di arte (della terra) egizia presso i greci.
Al di là delle questioni etimologiche vale invece riconoscere la continuità storica e culturale della ricerca umana, sempre improntata alla soluzione di problemi e alla ricerca di spiegazioni. La conoscenza è il movente principale che si ritrova sempre, il metodo invece varia a seconda delle epoche considerate.
Ma, allargando lo sguardo, non solo di chimica dei farmaci potremo parlare ma di chimica dei medicamenti in genere, a cominciare dai fitoterapici, antenati dei moderni farmaci ma anche, di volta in volta, rappresentanti di quella farmacologia naturale che si vuole erroneamente innocua dal punto di vista tossicologico, per continuare con gli integratori alimentari, categoria che accoglie anche rimedi erboristici dalle decantate virtù pubblicitarie che però sfuggono la lunga procedura di approvazione di un farmaco rifugiandosi nell'integrazione alimentare, fino ai veri e propri ricettari medicamentosi dell'ortolano con l'elenco di tutte le proprietà terapeutiche dei vegetali che comunemente, o quasi, consumiamo.
Certo, lungo questa storia millenaria e interessantissima, si ritrovano momenti fondamentali che segnano dei veri e propri spartiacque nella storia della farmacologia: i vaccini, gli antibiotici, gli anestetici. Senza contare le nuove frontiere della farmacologia dell'era post-genomica, dall'ingegneria tissutale ai materiali che si auto-modificano.
Vi sono poi quei marchi di fabbrica che hanno assunto il ruolo di nome comune e che hanno vissuto recentemente una seconda giovinezza, penso per esempio all'Aspirina.
Insomma, di cose da dire e da scoprire ce n'è in abbondanza. Al pari della chimica in cucina, nonostante in questo caso molti di noi vorrebbero, a volte, non averne avuto bisogno, i farmaci, i fitoterapici e gli integratori fanno parte abituale della nostra dieta, hanno contribuito in molti casi a migliorarla e in molti altri solo a impoverire le nostre tasche.
Il Carnevale della Chimica di riferimento è il # 15 e si terrà sul blog Questione della decisione.
Come al solito, l'argomento segnala solo un indirizzo preferenziale e sono accolti con altrettanto entusiasmo tutti i pezzi chimici che la vostra fantasia vorrà partorire.
La data massima entro cui inviarli è il 22 marzo, ma se inviate i lavori un po' prima è meglio.
L'indirizzo al quale inviarli è paolopasc at libero dot it.
Vi aspetto.
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Fonti:
laRicerca
it.wikipedia
P. Barbetti, M.G. Quaglia, L'analisi qualitativa in chimica farmaceutica..., Galeno editrice
Cose di scienza
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