martedì 16 novembre 2010

L'elenco della spesa di Bersani e Fini a Vieni via con me



E così, nonostante le polemiche  e i diktat, i famosi elenchi di Bersani e Fini sono andati in onda. Vediamo  cosa c'era dunque, dentro questi famosi elenchi.

Comincia Bersani
con quello che dovrebbe essere il cardine dell'azione politica e il modo di intendere i rapporti sociali e umani di quell'universo inquieto che va sotto il nome di centrosinistra.
"La sinistra è l'idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti". Ecco il principio cardine, forse un po' retorico, ma i buoni sentimenti lo sono sempre. Però questo principio fondante ribalta il punto di vista classico, quello aggressivo dei nostri mondi capitalistici.
In linea generale noi apparteniamo più alla parte dei deboli che a quella dei forti, nei confronti delle Istituzioni, nei confronti delle grandi aziende, eppure l'appartenere a questa classe non ci rende più consapevoli ma più agguerriti. Comprendere il nostro stato è il primo passo per cercare di cambiare ma è chiaro che è più facile essere egoisti e pensare a sè che aspettarsi il cambiamento dalla collaborazione.
"Nessuno può stare bene da solo. Stai bene se anche gli altri stanno un po' bene. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco l'economia non gira perché l'ingiustizia fa male all'economia". Velato messaggio ai tycoon dell'economia (e anche della politica)? L'attuale sistema di sviluppo del mondo occidentale è basato sull'individualismo. Ognuno intraprende un'attività solo per i benefici economici che porta, e a quel risultato conforma tutto il suo agire. Non è facile dire se è il sistema migliore per tenere unita una nazione. Noto che la Cina, pur non avendo un governo così democratico, alleggerisce le tensioni liberalizzando l'economia, e c'è chi pensa che questo sia il viatico migliore allo sviluppo delle caratteristiche politiche democratiche. Sta di fatto che forse il capitalismo non è l'unico sistema economico possibile. Un paese che abbia raggiunto la stabilità sociale  e democratica forse può permettersi il lusso di non avere più, come unico collante, un modello di sviluppo economico solamente capitalistico.
"Chi non paga le tasse mette le mani nelle tasche di chi è più povero di lui" 
"L'insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola è l'eroe dei nostri tempi" 
"La condizione della donna è la misura della civiltà di un Paese" 
"Infine chi si ritiene di sinistra, chi si ritiene progressista deve tenere vivo il sogno di un mondo in pace"
Ecco, sommariamente, i punti essenziali dell'elenco di Bersani. Le idee contenute non sono nuove, ma questo non significa che siano superate. Vi è una obiettiva difficoltà a metterle in pratica, per l'innato egoismo che ci pervade e per il timore atavico di lasciare una condizione conosciuta, seppure sgradita e provarne una meno conosciuta, ma molto più desiderata. L'elenco completo in questa pagina di Repubblica.

Passiamo all'elenco di Fini.
Fini comincia con un tono patriottico. "Per la destra è bello, nonostante tutto, essere italiani". Un certo tono retorico su Patria e Nazione distingue da sempre la destra, ma non è detto che sia sempre un aspetto deteriore. Solo che spesso il patriottismo insorge come movimento di difesa, quando qualcuno critica la Patria. Come noto, le critiche non piacciono a nessuno, ma non è detto che siano sempre sbagliate. Fare fronte comune quando ti attaccano da fuori e avere un giudizio sempre negativo verso i propri connazionali sono i due  atteggiamenti classici dell'italiano. Forse si può cercare di modulare questo modo di vedere.
"[sono] meritevoli di apprezzamento le imprese e le famiglie che danno lavoro agli immigrati onesti, i cui figli domani saranno anch'essi cittadini italiani perché la patria non è più solo terra dei padri". Si dice spesso che la destra abbia un atteggiamento xenofobo, però bisogna distinguere, almeno in questi ultimi tempi, tra due destre. La destra leghista e quella "progressista". Molti rimproverano a Fini questo suo cambiamento, sia nei confronti degli stranieri che degli omosessuali, per esempio. Mi viene da creare un parallelismo tra le mutazioni del vecchio Partito Comunista e del vecchio Movimento Sociale. Non si può rimanere fossilizzati in atteggiamenti che risentono di tutto il loro carico storico. L'apertura verso i cambiamenti della società e l'allargamento dei diritti (e possibilmente il rispetto dei vecchi doveri) sono condizioni essenziali per non ripetere antichi errori di discriminazione. E questo Fini fa. 
"Destra vuol dire senso dello Stato e dell'etica pubblica". Il primo, come detto, fa parte del dna delle formazioni di destra, il secondo è forse una reazione agli avvenimenti "recenti", al degrado, anche se un certo degrado (vedi Tangentopoli) c'è sempre stato. Non so se oggi ci sia più degrado e meno senso etico o se è lo stesso della Prima Repubblica. Forse oggi, con maggiore indipendenza (e bisognerebbe vedere quanto in buona fede) la magistratura aggredisce i comportamenti illeciti, una volta rotto l'argine con Mani Pulite.
"La destra sa che senza autorevolezza e buon senso delle istituzioni [...] non c'è libertà ma anarchia, prevalenza dell'arroganza e furbizia"
"Lo Stato deve essere efficiente ma non invadente, spendere bene il denaro pubblico senza alimentare burocrazie e clientele"
"La destra vuole un paese in cui chi lavora di più, e meglio, viene pagato di più"
Ed ecco anche i punti essenziali dell'elenco di Fini. A un'occhiata superficiale potrebbe sembrare che questo elenco contenga punti in contrasto con il suo recente passato e che anzi siano nati come conseguenza di quelle frequentazioni. Come accennato, non si può mai dire dove comincia una maturazione personale o dove finisce l'acredine verso gli amici passati. Sta di fatto che queste non sono parole vuote, sotto punti di vista condivisibili. 
L'elenco completo in questa pagina di Repubblica.

Nessuno dei due però ha posto l'accento su un fatto forse essenziale per riguadagnare la fiducia popolare nelle Istituzioni, al di là delle appartenenze di partito.Come dice Grillo: togliamo i soldi dalla politica. Riduciamo sprechi e privilegi, riconquistiamo la semplice passione politica. Lo so che, dopo un certo tempo, le passioni pure cedono il posto agli interessi impuri, però è già troppo tempo che stiamo in questa "impurità", è ora di ricominciare il ciclo.







Nessun commento:

Posta un commento

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...