E' certo che non è una cosa semplice riuscire a dirimere la questione che sta interessando enormemente in questi ultimi tempi l'opinione pubblica, specie dopo i tremendi fatti giapponesi e dopo la serie di reazioni che si sono succedute a quei fatti: moratoria e sentenza della Corte di Cassazione. Parlo del nucleare.
Ma il nucleare è sicuro o no?
E ancora: è più o meno sicuro dei combustibili fossili?
E' uno spauracchio dovuto all'enorme impatto emotivo che il recente incidente alle centrali di Fukushima ha scatenato?
Esiste una parola certa dalla scienza, che attutisca l'effetto emotivo e faccia trionfare la ragione?
No.
Non c'è modo di sapere se il nucleare è meglio o peggio del fossile!
Non c'è modo di sapere se il nucleare ha causato o potrebbe potenzialmente causare più o meno morbosità (percentuale di ammalati rispetto alla popolazione) del fossile!
O meglio, i dati ci sono, ma ogni fazione li interpreta a proprio favore.
Ho scritto diversi articoli (Ancora sul nucleare: costi, sicurezza, convenienza, I costi di una centrale nucleare, o anche questo Cento domande sul nucleare di Annarita Ruberto su Scientificando oppure, sempre di Annarita, questa Intervista a Rubbia), tutti più o meno, in vario modo, contro il nucleare. Ora, stimolato da una trasmissione e da alcuni dati, ho provato a cercare anche nella direzione che rimane quando si elimina il nucleare: cioè il fossile. Non penso che possa valere in questo caso l'equazione siccome il fossile inquina meglio il nucleare. La mia ricerca verte sulla risposta alla domanda: il nucleare è più o meno sicuro dei combustibili fossili? Ma questa risposta, apparentemente, non esiste. Il nucleare spaventa anzi, terrorizza, per la sua funesta capacità di agire per generazioni, di colpire non solo chi ha la sventura di trovarsi nelle sue vicinanze ma anche le generazioni che verranno dopo. Terrorizza perchè, potenzialmente, può distruggere non solo le vite di chi irradia direttamente, ma anche quelle che nasceranno da quelle persone. La capacità della radioattività di modificare il genoma la rende un temibile artefice di distruzione presente e futura. Contrariamente all'inquinamento da combustibile fossile, almeno finchè non si produrranno conseguenze immodificabili al clima.
Ora, siccome in questa volontà di capire non voglio essere vittima di una conoscenza pregiudizievole, intendo osservare da vicino anche le temibili conseguenze dell'utilizzo di combustibili fossili sulla mortalità e morbosità umane. A questo scopo utilizzo dati del World Health Organization.
Uno dei più eclatanti è il numero di vittime causate dal fossile. Faccio riferimento alla Scheda n. 313 del WHO: Air quality and health, che inizia così
Air pollution is a major environmental risk to health and is estimated to cause approximately 2 million premature deaths worldwide per year.
( L'inquinamento dell'aria è uno dei principali rischi ambientali per la salute e si ritiene causi circa 2 milioni di morti premature ogni anno in tutto il mondo).
Se la cosa non fa tremare i polsi, poco ci manca. Milioni di morti premature ogni anno, riconducibili all'inquinamento da combustibili fossili. Un'altra tabella trovata in rete (basata su dati WHO per quanto riguarda l'inquinamento, non citata per gli altri casi) è ancora più esplicativa: si tratta delle morti per terawattora di energia prodotta, a seconda del combustibile
credit big next future |
Anche qui, i dati sono molto chiari e impressionanti: il nucleare, dal quale si ricava quasi il 6% dell'energia mondiale, ha causato 0,04 morti per Twh, contro le 161 del carbone (media mondiale). Perchè, allora, il nucleare è il combustibile che terrorizza di più?
Probabilmente vi è un concorso di molte cause, non ultime quelle derivanti dall'utilizzo di ordigni atomici durante la seconda guerra mondiale, dalla visione dei danni provocati dagli ordigni atomici, dei danni provocati al patrimonio genetico delle nuove generazioni e delle terribili conseguenze sulla loro vita. Inoltre vi è il problema delle scorie nucleari, e il lunghissimo tempo di dimezzamento. Ma, i nudi dati, sembrerebbero raccontare anche un'altra storia. E' quello che racconta anche quest'altra tabella, che traggo sempre da next big future e che è stata realizzata dal New Scientist.
credit big next future |
Un lavoro della Iaea (International atomic energy agency), che riguarda mortalità e morbosità dei vari combustibili, è sostanzialmente sulla stessa linea
Un altro lavoro della Iaea, indaga anche sui possibili effetti ambientali del nucleare, ovvero sulle radiazioni che dovrebbero subire le popolazioni che vivono nei pressi, ma anche qui i dati sono più contrari ai combustibili fossili (carbone) che al nucleare
These studies show that in a population of one
million people, who would have a total normal cancer
mortality rate of about 1750 a year, there is a risk of an
additional 1—5 fatal cancers a year if one kilowatt of
electricity is generated per person from coal-fired
power plants. If that kilowatt came exclusively from
nuclear sources, however, the risk would be about
0.5—1 additional cancer deaths (i.e. between one-fifth
to one-half of the estimated risk from coal).
Vi è un rischio aggiuntivo, di mortalità dovuta al cancro, superiore per una centrale a carbone (da 1 a 5 casi in più) rispetto a una centrale nucleare (da 0,5 a 1 casi in più). Insomma, i dati macroscopici non sembrerebbero così contrari al nucleare, effetto incidenti tipo Fukushima o Chernobyl a parte. Ma, al di là dell'aspetto emotivo legato al nucleare e agli avvenimenti recenti, per me sarebbe importante sapere se, veramente, al nucleare sono legati maggiori rischi, anche solo potenziali, rispetto ai combustibili fossili, oppure se è invece all'opera quello stesso modo di pensare che ci porta erroneamente a considerare, dopo un tragico incidente, come più pericoloso un viaggio in aereo che un viaggio in automobile, nonostante la statistica dica il contrario.
Questo lavoro non vuole essere esaustivo ma soltanto invitare a riflettere. Del resto, mancandoci molti dati e non sapendo di chi fidarci, non possiamo far altro che continuare a giudicare per via emotiva: ma non è detto che sia la migliore strategia.
Questo lavoro non vuole essere esaustivo ma soltanto invitare a riflettere. Del resto, mancandoci molti dati e non sapendo di chi fidarci, non possiamo far altro che continuare a giudicare per via emotiva: ma non è detto che sia la migliore strategia.
Che l'energia sia necessaria è un fatto incontrovertibile, se non vogliamo tornare al Medioevo!
RispondiEliminaIl nodo della questione non è però, a mio avviso, quale delle due fonti energetiche inquini di meno. Sono entrambe rischiose per la vita del pianeta per motivi diversi ed inoltre esauribilissime. Tra pochi decenni il combustibile nucleare si esaururà inesorabilmente come pure i combustibili fossili e stiamo ancora a chiederci se scegliere o meno il nucleare!
A me sembra, in tutta onestà, agire da miopi in funzione degli interessi dei pochi che tirano le fila delle sorti del mondo.
L'unica via sono le alternative da sempre, ma non si vuole percorrere quella via. Questa è la realtà, Pa.
@twitter-6691762:disqus Anna non dico che tu non abbia ragione, ma se consideri che il rinnovabile in senso stretto prende l'1%, l'idroelettrico il 3%, capisci come per ora non sia pensabile utilizzarlo come unica fonte. In più, sarà possibile combinare le varie fonti rinnovabili in modo da avere una produzione costante? (sole, vento, geotermico, maree). Vedi dunque come per ora fossile e nucleare , volenti o nolenti, siano la realtà con cui dobbiamo fare i conti, e il carbone, tra i fossili, ha un ben triste primato. Ho scritto queste righe perchè non mi piace che l'antinuclearista diventi un fanatico, infischiandosene dei fatti. E lo dico per alcune cose che ho letto: cioè come facilmente un'icona diventi un reprobo solo perchè ha un'opinione controcorrente sul nucleare. I fatti non stanno sempre come si dipingono in più, la Germania che lascia il nucleare forse si butta sul carbone, nonostante il grande sviluppo che ha il fotovoltaico da loro.
RispondiEliminaUltimo punto: si dice che dietro il nucleare ci sia la grande industria. Ma anche dietro il rinnovabile c'è l'industria: si parla di 10 miliardi all'anno per 10 anni, però non ho verificato.
Lo so bene come stanno le cose, Pa, troppo bene! Quanto affermi è vero, come è vero che purtroppo, stantibus rebus, dobbiamo confrontarci con la situazione in cui ci siamo impelagati: combustibili fossili e nucleare.
RispondiEliminaComprendo perfettamente lo spirito con cui hai scritto il post e te ne do merito.
Questa cosa dell'industria sta dietro a tutto, ma diversa sarebbe la distribuzione del controllo nei due casi.
Comunque, il fatto che adesso la situazione contingente ci porti a scegliere tra due alternative non deve far perdere di vista il vero problema perché tra pochi decenni, se non cambia qualcosa, la situazione potrebbe diventare drammatica.
@twitter-6691762:disqus Anna, se fossi io al governo punterei decisamente sulla ricerca sulla fusione nucleare, incentiverei l'auto elettrica (perchè parte dell'inquinamento da lì proviene) spingerei per lampade a basso consumo, spegnerei un po' d'illuminazione inutile e così via. Ma non sono io al governo. Quanto al nucleare, per noi forse è tardi, meglio forse essere primi nel nuovo che inseguire gli altri, meglio migliorare l'esistente che tentare una tecnologia che ha comunque un impatto formidabile, nel senso della capacità di inquinare per migliaia di anni.
RispondiEliminaD'altra parte, è possibile che non si possono rendere meno inquinanti le centrali a fossile? Se la tecnologia euro delle macchine ha un senso perchè non si riesce ad alleggerire le emissioni delle centrali?
E comunque, non ho certezze definitive.
Ora se chi ha scritto questi post li rileggesse si renderebbe conto di come l'industri del fotovoltaico e' legata solo ed unicamente agli incentivi, l'industria italiana stia morendo in grande parte grazie ai costi proibitivi dell'energia (prodotta in gran parte da gas e carbone) e dalla totale mancanza di ricerca in italia. Fattori che il nucleare avrebbe portato in italia, minor costo dell'energia per le industrie maggiormente energivore (la memc vorrebbe energia a minor costo), ricerca (l'ambito nucleare è il massimo sviluppo della ricerca) e occupazione (una centrale nucleare porta con sè per lo meno dai 500 ai 600 dipendenti. Ma siamo in Italia...
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