Con la decisione odierna, la Corte Costituzionale dichiara, in prima istanza, ammissibile il ricorso della Camera sul conflitto di attribuzione riguardo il cosiddetto caso-Ruby, avverso la decisione del Tribunale di giudicare Berlusconi con rito immediato per concussione e prostituzione minorile nonchè sul conflitto di attribuzione tra Procura e tribunale dei Ministri.
Nel merito, però, la Consulta deciderà solo tra qualche mese, dopo che la Camera, nei tempi tecnici, avrà notificato il ricorso alla Procura e dopo che l'avrà depositato alla Corte.
Intanto, il processo potrà sia proseguire (con il rischio di essere annullato) che fermarsi in attesa delle decisioni della Corte.
La prima decisione fa seguito al ricorso presentato dalla Camera la quale
aveva chiesto alla Corte costituzionale di annullare tutti gli atti compiuti dalla magistratura milanese, in quanto - si sostiene - «non spettava alla procura di Milano» avviare ed esperire indagini nei confronti del presidente del Consiglio in carica, nonché procedere alla richiesta di giudizio immediato per concussione, «omettendo di trasmettere gli atti al collegio per i reati ministeriali» e in questo modo «precludendo alla competente Camera dei deputati l'esercizio delle proprie attribuzioni costituzionali» [...] né «affermare la natura non ministeriale» del reato di concussione.[1]
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