mercoledì 10 agosto 2011

Disegno intelligente e casualità stupida

I fautori della teoria del disegno intelligente corroborano la loro tesi affermando che, la semplice casualità, non è sufficiente a spiegare la formazione di un così elevato numero di leggi così ordinate che regolano tutto quello che c'è nell'universo, viventi compresi. Uno dei loro ragionamenti è il seguente
Rimasi particolarmente colpito dalla confutazione punto per punto di Gerry Schroeder di ciò che definisco "teorema della scimmia". Quest'idea, che è stata presentata in un numero di forme e variazioni, difende la possibilità di vita che emerge  per caso usando l'analogia di una moltitudine di scimmie che battono con forza sulle tastiere  dei computer arrivando, alla fine, a scrivere un sonetto shakespeariano.
[...] Tutti i sonetti hanno la stessa lunghezza. [...] 14 versi. [...] Qual è la probabilità di battere in continuazione e ottenere 488 lettere nell'esatta sequenza di "Shall I compare thee to a summer's day?" (sonetto shakespeariano ndr). La conclusione è 26 moltiplicato per se stesso 488 volte, ossia 26 alla 488esima potenza. O, in altre parole, in base 10, 10 alla 690esima.[1]
Ricordo che il numero delle particelle elementari dell'universo è stimato in circa 10 alla 80esima. Penso traspaia chiaramente la bassa probabilità, per una moltitudine di scimmie, di scrivere pari pari un sonetto di Shakespeare. Del resto, penso sarebbe difficile anche per umani alfabetizzati, ma non lettori di Shakespeare, comporre un sonetto del grande poeta uguale all'originale.
Noto però una forzatura in questa analogia. E così faccio e mi faccio questa domanda: nella formazione delle leggi che regolano l'universo potrebbe essere che la casualità pura ha agito solo all'inizio e che poi, lo stabilirsi di certe proprietà, abbia influito su quelle che venivano dopo? Per esempio, una proprietà come l'attrazione gravitazionale o l'asimmetria materia-antimateria o qualunque altra proprietà che si stabilisce casualmente a un certo punto, può influire sullo sviluppo successivo, nel senso di  indirizzare verso certe caratteristiche, agendo quindi in maniera se non proprio causale, almeno aumentando il numero di probabilità di un certo tipo di sviluppo? In questo modo aumenterebbero le probabilità di arrivare allo stato attuale del nostro universo, con un inizio casuale e un prosieguo quasi causale.



[1] Antony Flew, Dio esiste. Come l'ateo più famoso del mondo ha cambiato idea, Alfa&Omega 2011

Nessun commento:

Posta un commento

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...