Non si capisce bene se questo improvviso interesse per la salute pubblica dei francesi sia una conseguenza della crisi economica o se sia maturato dopo aver attentamente letto i report internazionali sulle conseguenze del consumo delle bevande zuccherate. La considerazione nasce perchè, di primo acchito, questa tassa sulle bibite, che ricordiamo non riguarderà solo la Coca Cola ma tutte le bibite con zuccheri aggiunti, non sembra così in grado di dissuadere l'acquisto e quindi salvaguardare la salute nazionale, ma pare piuttosto una tassa con un generico appiglio salutista adottata solo per fare cassa. L'aumento sarebbe del 3% sul prezzo delle bibite.
"C'est une mesure de bouc émissaire" [1]
Per Tristan Farabet, della Coca Cola e presidente del Syndicat national delle bevande analcoliche, le bibite diventano in questo modo un capro espiatorio. Egli nota che il consumo delle bevande analcoliche rappresenta il 3,5% di tutte le calorie assunte giornalmente, e che quindi questo non spiega l'accanimento riservato loro.
Se questa sovrattassa fosse arrivata in un altro momento forse si sarebbe potuto ipotizzare un interesse reale per la salute. Ora come ora sembra uno dei tanti escamotage per fare cassa.
[1] Coca Cola regrette la taxe sur les sodas
già, posizioni contraddittorie del sistema francese
RispondiEliminanon sono i soli, Carla
RispondiEliminainfatti non saprei chi scegliere...
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