giovedì 19 gennaio 2012

Camera: informativa Ministro dell'Ambiente su conseguenze ambientali naufragio Concordia. Resoconto stenografico

Corrado Clini imagesource rinnovabili.it
Ieri pomeriggio, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Corrado Clini, insieme ai suoi colleghi, ha relazionato la Camera sulla situazione conseguente il disastroso naufragio della Costa Concordia. Dopo quelli alle persone, con le numerose vittime, si profilano possibili danni anche all'ambiente.
In questa pagina (pag. 33 sgg.) è disponibile il resoconto stenografico dell'intervento del Ministro Clini. Ne anticipo un breve brano e qualche estratto più significativo:
[...] Innanzitutto vorrei ricordare che la nave si trova adagiata sul fianco di dritta, su un fondale roccioso e in prossimità di una scarpata che porta una batimetria di 50-90 metri, con il rischio concreto che future mareggiate possano determinare l'inabissamento della nave e, cosa ancora più grave, danni strutturali a porzioni della nave, con conseguenze potenzialmente dannose per l'ambiente. La nave ha una stazza di


Pag. 33114.500 tonnellate, 290 metri di lunghezza, 35,5 metri di larghezza e 52 metri di altezza. Si tratta dunque di una nave importante, che ha a bordo 2.280 metri cubi di combustibile e 42 metri cubi di olio lubrificante: sostanzialmente circa 2.400 tonnellate sono stivate nei serbatoi della nave.

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Il combustibile e l'olio lubrificante sono necessari non solo per la propulsione della nave ma anche per produrre energia elettrica e per gli altri fabbisogni di bordo. Va osservato che 2 mila 400 tonnellate corrispondono al quantitativo trasportato come carico da una oil tanker di piccole dimensioni, e questo per mettere in evidenza che per quanto questa nave non sia una nave petroliera - come è stato ricordato da molti che hanno in parte cercato di minimizzare questo evento - le dimensioni del carico, portato a bordo, di idrocarburi e di oli sono tali da assimilarla ad una piccola nave porta petrolio. Voglio anche ricordare che nell'ultimo decennio la maggior parte degli incidenti che hanno avuto effetti gravi sull'ambiente marino e sulle coste sono a carico non di navi petroliere ma di navi passeggeri o mercantili caratterizzate dall'elevata quantità di combustibile a bordo. 
Ora il rischio ambientale connesso all'incidente è legato prevalentemente alla possibilità che ci possa essere perdita di carburante anche solo parziale. Il rischio è determinato dal fatto che il carburante ha caratteristiche di persistenza e tossicità a lungo termine in ambiente marino, e questo vuol dire che il rischio di fronte al quale ci troviamo non è tanto quello semplicemente della contaminazione - per così dire - estetica, ma soprattutto di effetti determinati dalla natura chimico-fisica del combustibile stesso, senza dimenticare che a bordo sono presenti accumulatori elettrici che in sé contengono materiale che potrebbe avere anche altissima tossicità.
[...] Ed è evidente che non è possibile avviare lo svuotamento dei serbatoi fino a quando queste operazioni non saranno concluse perché lo svuotamento potrebbe determinare uno spostamento della nave e, di conseguenza, compromettere tutte le operazioni.

Documento integrale qui

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