mercoledì 5 giugno 2013

Richard Feynman: ode a un fiore ovvero la bellezza e la scienza

Ode a un fiore è una famosa intervista della BBC a Richard Feynman, realizzata nel 1981. Ve la propongo in ben tre  versioni, un'animazione di Fraser Davidson, un'altra animazione in tipografia cinetica di Ben Baker e  l'intervista allo stesso Feynman, sottotitolata. Sotto i tre video la trascrizione dell'intervista. 

Il succo di questa breve riflessione di Feynman è: la scienza non toglie valore all'apprezzamento della bellezza, ma ne aggiunge, perchè grazie alla scienza possiamo aggiungere alla parte esterna di cui tutti possiamo godere anche una parte interna, che non si vede immediatamente, e che è rappresentata dalla microstruttura della cosa che stiamo osservando, e dalla sua storia scientifica. E' grazie agli studi scientifici che possiamo raggiungere questa conoscenza e goderne insieme all'aspetto estetico o meglio, insieme all'aspetto che tutti possono cogliere.

C'è  da aggiungere a questa considerazione di Feynman, perfettamente condivisibile, che ogni specializzazione porta con sè una maggiore sensibilità e capacità di trarre informazioni, alla quale non sfuggono neanche le competenze umanistiche. In questo modo è accettabile che un esperto d'arte o di musica, davanti a un'opera, possa apprezzarne maggiormente il valore grazie al fatto che ne conosce la storia, anche se  non scientifica. Resta però valido l'assunto che il take this all apart -fare tutto a pezzi-  non fa diventare le cose noiose anzi,  aumenta la capacità di goderne.
La scienza non può essere considerata un'arida disciplina indifferente all'aspetto estetico della vita. E' vero il contrario: è un perfetto amplificatore di quel godimento estetico che tutti ritengono di avere, per la capacità che ha di svelare la vita segreta oltre quella che riusciamo a cogliere con i cinque sensi.









I have a friend who's an artist and he's some times taken a view which I don't agree with very well. He'll hold up a flower and say, "look how beautiful it is," and I'll agree, I think. And he says, "you see, I as an artist can see how beautiful this is, but you as a scientist, oh, take this all apart and it becomes a dull thing." And I think he's kind of nutty. 
First of all, the beauty that he sees is available to other people and to me, too, I believe, although I might not be quite as refined aesthetically as he is. But I can appreciate the beauty of a flower.
At the same time, I see much more about the flower that he sees. I could imagine the cells in there, the complicated actions inside which also have a beauty. I mean, it's not just beauty at this dimension of one centimeter: there is also beauty at a smaller dimension, the inner structure...also the processes. 
The fact that the colors in the flower are evolved in order to attract insects to pollinate it is interesting -- it means that insects can see the color. 
It adds a question -- does this aesthetic sense also exist in the lower forms that are...why is it aesthetic, all kinds of interesting questions which a science knowledge only adds to the excitement and mystery and the awe of a flower. 
It only adds. I don't understand how it subtracts.


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