lunedì 15 novembre 2010

Se c'è la sfiducia si voti solo alla Camera

L'ipotesi ventilata da La Russa e fatta propria dal premier, e cioè che in caso di possibile sfiducia alla Camera si voti per la rielezione di solo quel ramo del Parlamento, è  poco praticabile dal punto di vista logico, perchè espone alla probabilità, in caso di maggioranza diversa da quella del Senato, di una nuova immediata votazione.
Replica Italo Bocchino che questo "è un escamotage per tranquillizzare i senatori fedeli".
Effettivamente, l'idea di andare a votare solo per un ramo del Parlamento, quello nel quale è più probabile la sfiducia, ancorchè possibile dal punto di vista procedurale, cozza contro l'evidenza che l'elezione di parlamentari che non darebbero la fiducia all'attuale Governo, costringerebbe a riandare immediatamente alle elezioni, con notevole spreco di denaro pubblico e di tempo. E poi, due votazioni così vicine, aumenterebbero il senso di sfiducia nelle istituzioni che già pervade l'opinione pubblica (si veda il recente calo  del numero dei votanti alle ultime elezioni).
Del resto, nemmeno Napolitano sembra intenzionato a perseguire questa via.
E' un'altra conferma del disinteresse pubblico e dell'interesse privato? E' interesse pubblico che si voti a metà con il rischio di votare di nuovo a stretto giro? 
Sul Corriere: "Berlusconi: Fiducia oppure al voto. Ma solo per rinnovare la Camera".
Sul Fatto Quotidiano: "Governo, Berlusconi: “Avremo la fiducia alla Camera e al Senato
Intanto i ministri di Fli hanno lasciato il Governo e Napolitano convoca i Presidenti delle Camere.
L'avventura continua.

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