mercoledì 30 novembre 2011

La corruzione e l'aumento del costo delle opere pubbliche

Oltre quello di selezionare una classe imprenditoriale e dirigente scelta non per le sue capacità ma per altri meriti, il  problema legato all'intreccio politica-affari, alle tangenti, ai favori, alle raccomandazioni, è  l'enorme aumento del costo delle opere pubbliche!
Ne parla anche Travaglio nella puntata del Servizio Pubblico del 24 novembre, il quale ci ricorda che 80 miliardi sono il costo della corruzione stimato dalla Corte dei Conti.
Sull'alta velocità, Travaglio parla di costi che vanno da 20 a 96 milioni di euro per chilometro, contro i 10 della Francia e i 9 della Spagna. Inoltre, continua Travaglio, 

  • Opere del G8 alla Maddalena: preventivato 295 milioni, costo effettivo 476 milioni
  • Parco della Musica di Firenze (150° Unità d'Italia): preventivato 80 milioni, costo effettivo 236 milioni




Per non appesantire troppo l'articolo considererò solo un tipo di opere e il relativo costo sia in Italia che nel resto del mondo: le tratte ferroviarie ad alta velocità (TAV), dette anche high speed railroad (HSR).


Il costo della Tav in India: 18 milioni di dollari per km (dai 15 ai 22 milioni di dollari per km). 
In a feasibility study published in 1987, RDSO and JICA estimated the construction cost to be Rs 49 million per km, for a line dedicated to 250-300 km/h trains. In 2010, that 1987-estimated cost, inflated at 10% a year, would be Rs 439 million per km (US$ 9.5 million/km).[11] RITES is currently performing a feasibility study.[12]
According to news media, the costs for constructing such rail lines in India are estimated to be Rs 700-1000 million per km (US$ 15-22 million/km). Therefore the Mumbai-Ahmedabad route of 500 km, will cost Rs 370 billion (US$ 8.04 billion) to build and to make a profit, passengers will have to be charged Rs 5 per km (US$ 0.11/km). Delhi to Amritsar one-way, a distance of 450 km, will cost about Rs 2000 (US$ 43.48).[13] At US$ 15-22 million per km, cost estimates are in line with US$ 18 million per km of the recently completed Wu-Guang HSR line in China.
[fonte http://en.wikipedia.org/wiki/High-speed_rail_in_India]
Il costo della HSR negli Usa, in dollari del 1994 (coefficiente di rivalutazione circa 1,4) confrontati con quelli francesi (sempre dell'epoca): Usa da 8,4 a 40,6 milioni di dollari (attuali) per chilometro e Francia da 2,8 a 7,0 milioni di dollari  (attuali) per chilometro.



Costo della HSR in Cina: circa 18,3 milioni di dollari per chilometro.

Plenty more speedy lines are coming in China under an ambitious build-out initiated in 2006 by China's Ministry of Railways, and accelerated with government stimulus funds. A two-trillion-yuan ($293 billion) plan envisions 16,000 kilometers of dedicated high-speed rail lines connecting all of China's major cities by 2020
[fonte http://www.technologyreview.com/energy/24341/]


Costo della Tav in Europa: da 12 a 40 milioni di euro (da 16,08 a 53,6 milioni di dollari cambio 1,34) stime 2004.



E infine il costo in Italia, basato su due fonti.
1-Costo della Tav in Italia: da 62,4 a 74 milioni di euro per km (da 83,6 a 99,1 milioni di dollari, cambio a 1,34).

Nel 2007Il Sole 24 ore ha effettuato un confronto tra il progetto della Torino-Milano con un'analoga linea ferroviaria costruita nello stesso periodo in Francia: la LGV Est européenne. Il confronto ha evidenziato che i costi della linea ferroviaria ad Alta velocità e ad Alta capacità tra il capoluogo piemontese e Novara ammontano a circa 62,4 milioni di euro per chilometro contro i circa 16,6 di quella francese. Per quest'ultima, le stime più recenti (2007) valutano la spesa in circa 5 miliardi di euro per 300 chilometri di percorso mentre TAV S.p.A. dichiara per la linea italiana un costo complessivo dell'opera pari a 7,8 miliardi di euro[10].
La tratta Novara-Milano, sempre secondo le valutazioni di TAV S.p.A. riportate da Il Sole 24 Ore, è stimata avere un costo "a finire" ancora superiore, pari a circa 2,9 miliardi di euro per 39 chilometri di lunghezza, ossia 74 milioni di euro a chilometro[10].
[fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Torino-Milano_(alta_velocit%C3%A0)#Costi]
2-Costi della tav in Italia: da 20,3 a 96,4 milioni di euro per km (da 27,2 a 129,17 milioni di dollari).







Se queste sono le premesse non è azzardato immaginare un'estensione di questa super maggiorazione dei costi della Tav a tutte le altre opere pubbliche. E' immaginabile, questo, come un campo di pronto intervento da parte della task force del nuovo governo Monti, prima di prendersela sempre con i soliti?








Conferenza stampa di Monti all'Ecofin: diretta video

Dal Corriere la Conferenza stampa di Monti all'Ecofin
Qui la presentazione della manovra Salva Italia (agg. 4 dicembre).

Se l'euro fallisce: dopo l'UE l'UF?

"I prossimi dieci giorni periodo chiave per l'euro" "Lavorare su due fronti, per assicurare barriere antincendio e rafforzare la governance economica"

Così Olli Rehn, Commissario agli Affari economici UE su Repubblica. Parole che sembrano stranamente collimare, quanto a preoccupazione, con quelle che si pone sotto forma di domanda il Journal du Dimanche [fonte Presseurope]
“L’euro supererà il Natale?”
Sul settimanale francese sono convinti che l'euro non arriverà a Natale.
 Venerdì i creditori hanno chiesto all’Italia il 7,8 per cento per prestiti a due anni, ovvero 3,2 punti percentuali in più rispetto a due mesi fa. […] Se la terza economia della zona euro [noi, ndr] dovesse andare in default e non onorare i propri debiti, l’unione monetaria avrà fatto cilecca.
Ricordo però che opinionisti ed economisti non sono sempre così bravi a  fare previsioni. Penso per esempio a Nouriel Roubini che aveva previsto che le sole dimissioni di Berlusconi 
porterebbe[ro] a ridurre lo spread fra i btp e i bund tedeschi decennali fra i 50 e i 100 punti base, in modo permanente. [...] Circa due miliardi in meno nel primo anno, poi 3,5 nel secondo anno fino a raggiungere 8 miliardi nell´arco di 7-8 anni
 cosa che non si è verificata. Quindi qualche briciolo di speranza c'è ancora.
imagesource bravenewfinance
Ma cosa ha detto Rehn esattamente? La Germania sarà d'accordo alla creazione dei salvifici (almeno si spera) eurobond solo
quando avremo una governance più forte" [Repubblica cit.]
il che significa quando tutti i paesi dell'eurogruppo (come minimo 9) saranno dotati di vincoli di pareggio di bilancio nella propria Costituzione. In secondo luogo, la Bce dovrebbe costituire una risorsa illimitata di credito per le banche, per evitare problemi di liquidità e, per lo stesso motivo, anche il FMI  dovrebbe aumentare le sue risorse in difesa dei paesi più deboli.
Ma, tutto questo, dopo che i paesi dell'eurozona avranno ratificato il vincolo di bilancio in quella che viene definita unione fiscale. Insomma dopo l'UE, seguendo l'alfabeto, viene l'UF.

Opportunità e talento: i segreti per avere successo

In un suo libro uscito di recente [1], Malcom Gladwell, giornalista scientifico del Washington Post e collaboratore del New Yorker, parlando delle persone che nella vita hanno realizzato qualcosa di eccezionale, che hanno fatto parlare di sé per le loro scoperte o per le ricchezze raggiunte, esamina l'influenza dell’educazione e delle abitudini provenienti dall’ambiente familiare, soprattutto dai genitori, sul raggiungimento  dei propri obiettivi . La tesi del suo libro è che le persone che sono riuscite a fare qualcosa di straordinario l’hanno fatto perché un insieme di circostanze casuali hanno concorso a fargliele realizzare. In nove capitoli più un epilogo esamina la vita e le opportunità di altrettanti individui notevoli, individuandone quel fattore imponderabile che ha fatto la differenza tra la notorietà e l’anonimato. Chiaramente non sono solo i fattori imponderabili a fare di noi un individuo di successo, ma senza quei fattori probabilmente non ci si riuscirebbe. 

Christopher Langan
Un esempio è dato dal confronto tra Christopher Langan e Robert Oppenheimer, il primo un signore dal QI tra i più alti al mondo (195, definito da molti ‘l’uomo più intelligente d’America’) che però non ha mai concluso gli studi, che ha svolto mille mestieri, che vive partecipando a concorsi a premi tipo “1 contro 100” sulle Tv americane e dall’altra un brillante fisico che divenne il direttore del Progetto Manhattan, cosa di cui si potrebbe andare più o meno fieri, comunque certamente impiego riservato a personalità di spicco. 

Perché, si chiede Gladwell, a parità di intelligenza tra i due, uno ha ottenuto successo e riconoscimenti (Oppenheimer) mentre l’altro non ha ottenuto ciò che a cui poteva legittimamente aspirare (Langan)? 

Egli cita, a questo proposito, il lavoro di una sociologa, Annette Lareau, la quale ha condotto un’interessante ricerca.[2] Questa studiosa ha seguito per venti giorni dodici famiglie, per alcune ore al giorno, dovunque andassero, in chiesa, allo stadio, dal medico, con registratore e bloc notes. 

“I genitori più ricchi erano molto coinvolti nel tempo libero dei figli, che scarrozzavano da un’attività all’altra ponendo loro domande sugli insegnanti, sugli allenatori e sui compagni di squadra. Uno dei bambini facoltosi seguiti dalla Lareau giocava in due squadre di baseball e due di calcio, faceva parte di una squadra di nuoto e giocava a basket d’estate, oltre a suonare in un’orchestra e a prendere lezioni di piano.

Malcom Gladwell
Nella vita dei bambini poveri erano completamente assenti programmi tanto intensivi. Per loro, giocare non significava allenarsi due volte alla settimana in una squadra di calcio, ma inventare qualche gioco all’aperto insieme a fratelli e sorelle e agli altri bambini del quartiere. I loro genitori consideravano le loro attività infantili qualcosa di estraneo al mondo degli adulti e non attribuivano loro un’importanza particolare. Katie Brindle, una bambina proveniente da una famiglia operaia, cantava in un coro dopo la scuola. Ma si era iscritta di propria iniziativa e ci andava da sola.  Scrive Annette Lareau: 

La signora Brindle non ritiene che l’interesse della figlia per il canto sia un segnale per spingerla a cercare altri sistemi con cui far diventare quell’interesse un’attività più seria, come fanno abitualmente le madri della classe media. Analogamente, la signora Brindle non parla con Katie del suo interessamento per il teatro e non esprime rammarico per non poter coltivare il talento della figlia. Interpreta le capacità e gli interessi di Katie come tratti della sua personalità: cantare e recitare fanno semplicemente parte di Katie. Gli spettacoli improvvisati dalla figlia le sembrano “carini” e pensa che siano un modo per “attirare l’attenzione”.”[3]

La sostanza è insomma che certi genitori parlano diffusamente degli interessi dei loro figli, li incoraggiano, si informano dei loro voti e se ne hanno avuti di brutti contestano gli insegnanti, ancora la Lareau citata da Gladwell: 

“In un colloquio con gli insegnanti, la signora McAllister (che ha un diploma di scuola superiore) sembra sottomessa. Inserita in quell’ambiente, tiene nascosta la natura socievole ed estroversa che mette in mostra a casa. Siede ingobbita sulla sedia e tiene la cerniera della giacca alzata. È molto silenziosa. Quando l’insegnante le riferisce che Harold non ha consegnato il compito, la signora mcAllister è evidentemente allibita, ma non sa dire altro che: “A casa l’aveva fatto”. Non sfrutta l’occasione per parlare con l’insegnante e non cerca di intervenire in favore di Harold. Dal suo punto di vista, sta agli insegnanti occuparsi dell’istruzione del figlio. È compito loro, non suo.”[4]

La Lareau suddivide lo stile dei genitori in due modi diversi: “allevamento concordato”, nel quale i genitori condividono e stimolano le attività e gli interessi dei figli e li abituano al fatto che hanno diritti, e “completamento della crescita spontanea”, in cui è facile comprendere come l’intervento dei genitori avvenga a compartimenti stagni, c’è la scuola, la chiesa, il dottore, i genitori , ognuno con il suo ruolo fisso e non mescolabile. 

Robert Oppenheimer
Ed è quello che è accaduto ai nostri due Langan e Oppenheimer. La madre di Langan aveva avuto quattro figli, ognuno da un padre diverso. Il quarto marito della madre era un giornalista fallito di nome Jack Langan, il quale non sapeva far altro che prendere colossali sbronze e picchiarla, usava la frusta per tenere in riga i ragazzi e chiudeva i mobili della cucina a chiave perché non avessero accesso al cibo. Christopher usufruì di una borsa di studio per l’università, ma quando la madre dovette rinnovarla per l’anno seguente non fu in grado di compilare i documenti necessari e lui la perse e dovette abbandonare l’università. 

La vita di Oppenheimer fu completamente diversa. Fu allevato in uno dei quartieri più benestanti di Manhattan, figlio di un’artista e un imprenditore tessile di successo. Frequentò l’Ethical Culture School, una delle scuole più progressiste d’America e Harvard, e a 12 anni fu invitato dal Club Mineralogico di New York a tenere una conferenza, e i genitori non solo non l’ostacolarono ma lo incoraggiarono ad andare nonostante la sua paura. Malgrado fosse più un fisico teorico che uno sperimentale riuscì ad affascinare con la sua genialità il generale Groves, che aveva studiato fisica al MIT, e che doveva costituire lo staff del Progetto. 

Opportunità: molto sta in questa parola. Due persone di simile genialità e intelligenza hanno avuto due destini diversi a causa della diverse opportunità che l’ambiente nel quale vivevano ha concesso loro. Dov’è la novità, direte voi? La novità è che se conosciamo il male possiamo studiarne la cura. Sapere che certi aspetti del ruolo di genitore possono favorire lo sviluppo dei nostri figli può far cambiare atteggiamento, inoltre, la conoscenza della funzione di fattori al di là della nostra volontà, come nascere nella famiglia o nel luogo giusti, dovrebbe lasciare aperto, in chi ha la possibilità di cambiare il futuro di qualcuno, uno spiraglio per quello che non è ufficiale e ortodosso. 



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[1] M. Gladwell, Fuoriclasse, storia naturale del successo, Mondatori 2009 

[2] A. Lareau, Unequal childhoods:class, race and family life, University of California Press, 2003. 

[3] Op. cit. pag. 84. 

[4] Op. cit. pag. 85.

martedì 29 novembre 2011

Tutti i ministri e i sottosegretari del governo Monti: un'infografica

Ecco la lista, speriamo definitiva, dei componenti del governo Monti. Ho preparato questa infografica utilizzando i dati forniti dal sito governo.it a questi indirizzi: ministri sottosegretari. (Cliccare sull'immagine per il formato a pieno schermo).

Ocse: nel 2012 Italia in recessione. Ma c'è da fidarsi di queste previsioni?

E' uscito ieri l'Economic Outlook dell'Ocse per il 2012 e le sorprese non sono buonissime, soprattutto per l'Italia. Anche l'area Euro è in una situazione di difficoltà, come era facile intuire anche senza l'Outlook.
L'area euro è in un momento di recessione, seppure lieve, al quale seguirà una ripresa, definita esitante.
Prospettive non rosee, che il grafico qui sotto evidenzia: si comparano Stati Uniti ed area Euro per quanto riguarda investimenti e consumi

imagecredit oecd.org 2011

Come noto l'aspetto fondamentale che influenza lo stato di crisi è quello finanziario, con i debiti sovrani di alcuni Stati che costituiscono un deterrente per l'investitore. Ma è più l'ammontare del debito che, per esempio, in Italia è da almeno vent'anni a questi livelli, o il rallentamento economico a spaventare i mercati, i creditori?
Il problema più grave è purtroppo la circolarità della situazione. Un debito elevato costringe a politiche fiscali restrittive che si ripercuotono su bassi investimenti e riduzione dei consumi, situazione che contribuisce a mantenere elevato il debito. Dice l'Ocse, sulla zona Euro cala una scure composta da bassi investimenti, perdita di fiducia, deterioramento delle condizioni di lavoro che fanno calare i consumi. In più, cresce anche la disoccupazione, che rimane agli attuali livelli fino al 2013, anno della svolta anche dal punto di vista economico, salvo prossimi Outlook. Questo è il grafico della situazione occupati/disoccupati nell'area Ocse

imagecredit oecd.org 2011

La situazione dell'Italia, se quella dell'area Euro non è rosea, è nera. Per il 2012 l'Ocse ci vede in recessione, nonchè con gli stessi e più marcati problemi che affliggono la zona Euro.

imagecredit oecd.org 2011
Alcuni dati maggiormente preoccupanti:
  • il consumo privato cresce pochissimo nei prossimi due anni; 0,2% nel 2012 e nel 2013, contro uno 0,9% del 2011 sul 2010
  • gli investimenti tenderanno ugualmente a calare; nel 2012 si prevedono meno investimenti che nel 2011, con la maggior quantità di risorse finanziarie spostate sul ripianamento del debito
  • il Pil è visto in calo nel 2012 (-0,5%) e in leggerissima ripresa nel 2013 (+ 0,5%)
Sarà interessante verificare cosa prevedevano e prospettavano gli esperti dell'Ocse nel 2010 per l'Italia. Qui l'Economic Outlook in versione free. Qui sotto il grafico



imagecredit oecd.org 2010
Da un rapido controllo, seppure i prezzi di riferimento non siano perfettamente equiparabili (nel 2011 hanno usato come riferimento prezzi del 2005, nel 2010 prezzi del 2000), non sembra che ci abbiano azzeccato molto (fatto salvo i diversi prezzi di riferimento): il GDP (il Pil) nel 2009 era di 1.520,3 miliardi di euro previsto in crescita dell'1% nel 2010, mentre i dati del 2011 danno il GDP del 2010 a 1.556 miliardi di euro, con un aumento del 2,34% sul 2009. Stessa cosa per il consumo privato mentre sugli investimenti la previsione è stata più aderente.
Insomma, a mio giudizio, le Prospettive dell'Oecd, come ogni altra analisi economica, sono  imprecise e soggette ad aggiustamenti, come tutto quello che riguarda l'economia. Questa considerazione la interpreto in senso positivo, augurandomi cioè che le fosche previsioni siano errate e che le prospettive siano migliori. E' chiaro che da queste considerazioni non può trarsi l'idea che il momento non sia grave, perchè lo è. Purtroppo l'economia e le politiche economiche non sono scienze esatte, soprattutto perchè hanno a che fare con l'impulsività nelle decisioni che gli uomini adottano in quasi tutte le scelte della propria vita, non esclusa la sfera economica. C'è solo da sperare che i provvedimenti presi dai governi e dagli organismi non governativi siano i migliori e tempestivi e che la razionalità, a sprazzi, illumini le menti dei principali protagonisti: a volte, i nostri peggiori nemici, siamo proprio noi stessi.

La fisica in cucina: viaggio tra i fornelli alla ricerca delle trasformazioni fisiche nella cucina molecolare

Cucinare è una delle attività che molti praticano per diletto e per rilassarsi. Forse non la pensa così chi deve preparare quotidianamente i pasti in casa o per lavoro, sta di fatto che la cucina è sempre un argomento di interesse, sia nelle trasmissioni televisive che nelle riunioni  conviviali.
E' anche vero che la cottura è il procedimento che ha consentito, forse, alla nostra specie, di trarre una maggior percentuale di sostanze nutrienti dal cibo, rendendo più digeribili proteine e carboidrati, e permettendo alla specie umana di fare il salto qualitativo che sappiamo.
Infatti, il calore interviene modificando sia a livello fisico che a livello chimico le sostanze alimentari. Per esempio, le proteine della carne o del pesce e gli amidi di grano o di riso, dopo cottura, subiscono delle trasformazioni chimico-fisiche che li rendono più digeribili e assimilabili dal tratto digestivo.

imagecredit saskschool.ca
Ma qual è la differenza tra le trasformazioni chimiche e quelle fisiche?
In linea generale sono trasformazioni fisiche quelle che sono reversibili mentre quelle irreversibili sono trasformazioni chimiche. Le prime lasciano inalterata la sostanza iniziale cambiandone solo lo stato in cui si presenta, mentre nelle seconde vi è un'alterazione che porta alla formazione di nuove sostanze, con modifica dei legami chimici.
Esempi di trasformazioni fisiche sono
  • Bollire l'acqua
  • Sciogliere il  ghiaccio
  • Sciogliere dello zucchero in acqua
  • Montare a neve gli albumi
  • Congelare un liquido
La gastronomia molecolare è la scienza di preparare il cibo, secondo la definizione che ne dà l'ideatore Hervè This, utilizzando tutti gli strumenti che le scienze fisiche e chimiche mettono a disposizione. Alcune delle tecniche utilizzate dalla gastronomia molecolare, per ottenere il massimo dagli ingredienti che si usano nelle varie ricette, consistono, per esempio, nell'utilizzo di anidride carbonica per la formazione di schiuma o montare a neve, dell'azoto liquido nella preparazione del gelato e del vuoto nella realizzazione di creme e mousse. Ecco alcuni esempi di queste tecniche all'opera: 


azoto per fare il gelato,


cuocere un uovo con l'alcol



un fisico in cucina.

lunedì 28 novembre 2011

Ma gli italiani sono ricchi? Una patrimoniale da 5 miliardi. Un'infografica

Da un articolo di Maurizio Ricci su  Repubblica, basato su dati della Banca d'Italia: una patrimoniale sull'1% delle famiglie più ricche porterebbe 5 miliardi di euro.

Musica e movimento (ed emozione)

Brain areas with significant responses during the perception
of piano music. Image 
cercor.oxfordjournals.org 

Inizio con la citazione che Karen Schrock mette alla fine del suo articolo su Mente&Cervello di dicembre (2009): 
“La musica è il modo più diretto e misterioso di trasmettere ed evocare il sentimento. È un modo per collegare la nostra coscienza a quella di un altro. Penso che fare musica insieme sia la cosa che più si avvicina alla telepatia.”[1]
La citazione è di Oliver Sacks, il neurologo autore di Risvegli e numerosissimi altri libri e articoli scientifici sul cervello, tratta dal suo libro Musicofilia.[2]
La mia ipotesi è questa: la musica rappresenta una fonte di piacere quasi puro perché è uno stato emotivo il cui correlato motorio è creato dal soggetto, e non presenta nessun impedimento alla sua realizzazione. Come tutte le fonti di piacere, da quello più intenso a quello meno intenso, si va da un grado di impedimento motorio minimo o nullo a uno massimo, a seconda delle caratteristiche contingenti nelle quali si verifica. 
L’autrice dell’articolo  effettua una carrellata delle teorie più recenti riguardo l’essenza della musica, il suo ruolo e i suoi effetti sull’uomo. Proviamo a verificare se la mia ipotesi comprende le diverse spiegazioni che autori diversi hanno proposto. 

Alcuni studi dimostrano che un danno all’amigdala [3], oltre a pregiudicare la capacità dell’individuo di provare paura, compromette anche quella di provare tristezza ascoltando della musica. 
In effetti, le emozioni collegate alla musica sono diverse, dalla gioia alla malinconia. Ora, per la mia ipotesi su piacere e dolore, piacere è qualunque cosa che non opponga impedimenti a un atto motorio (leggi una qualsiasi volontà dell'individuo) e dolore è l’esatto opposto. Come va che la musica, che può indurre anche uno stato di malinconia o tristezza, ha comunque un fondo di piacere? Ipotizzo che anche lo stato di tristezza, se non è un impedimento ma la realizzazione completa di ciò che si vuole essere, senza alcun impedimento, è uno stato piacevole. Comunque di questo aspetto ne riparleremo perché va approfondito. 

image scienceblogs
Dice ancora l’autrice che altre ricerche dimostrano che la musica è in grado di trasmettere determinate e identiche emozioni a tutte le persone presenti. Isabelle Peretz dell’Università di Montreal ha provato che gli occidentali rispondono in maniera concorde al tipo di emozioni che suscita una certa canzone, purchè anche questa di tipo occidentale [4]. Tom Fritz ha allargato questa conclusione abbattendo le barriere etniche al trasporto emotivo della musica, dimostrando che i Mafa del Camerun, che non avevano mai ascoltato musica occidentale, provavano le stesse emozioni degli occidentali quando ascoltavano quella musica [5]

Anche in questo caso trovo che ciò sia naturale: non è certo la differenza etnica che porta con sé differenze di funzionamento cerebrali, e dunque il via libera motorio che ha la musica supera le barriere culturali, le quali barriere fanno evolvere tecniche differenti di utilizzare il linguaggio musicale, ma la parte sostanziale del messaggio che si veicola è uguale per tutti. 
In più, altri studi hanno coinvolto pure le persone autistiche. Pam Heaton dell’Istituto Goldsmiths di Londra, ha dimostrato che i bambini autistici e quelli non autistici riconoscevano allo stesso modo i correlati emotivi (anche emozioni complesse come rabbia, trionfo, soddisfazione) delle musiche ascoltate, provando che il problema di gestire gli ingressi emotivi associati alla presenza fisica dell’altro e del suo linguaggio corporeo, tipici dell’autismo, non sono un deficit del riconoscimento emotivo tout court [6]. 
Questa dimostrazione che l’autismo non riguarda un deficit di riconoscimento, come quello potrebbe derivare da un danno all’amigdala, implica che il problema degli autistici può essere solo di gestione degli ingressi emotivi. Probabilmente il sistema di gestione emotivo degli autistici è troppo concentrato e va in tilt quando sono presenti numerosi segnali. 

The experience of emotions on the Ortony, Clore and
Collins scale (1988) by music therapy students
experienced when listening to music and performing music.
Image  mir.uncc.edu
Un altro esperimento, di Roberto Bresin e collaboratori, ha fornito evidenze che la musica si comporta come linguaggio universale, non solo interpretativo ma anche fattivo. Infatti gli autori hanno chiesto ad alcuni soggetti di manipolare una canzone modificandone tempo, volume e fraseggio  e, indipendentemente dal fatto che si trattasse di musicisti esperti o bambini di sette anni, tutti finivano per usare lo stesso tempo per la medesima emozione (allegria, tristezza, paura o tranquillità). Altra prova dell’universalismo di questa forma di comunicazione, che oltrepassa sia le barriere etniche che quelle culturali e generazionali. [7]



C’è poi l’aspetto collettivo della musica, il suo fare gruppo, il suo cementare i rapporti. Robert Zatorredella McGillUniversity,  afferma
“Tutti i suoni sono prodotti dal movimento. Quando udiamo un suono, significa che si è mosso qualcosa”.[8]

Egli punta il dito sulla relazione tra atto motorio e musica: 
“Posso immaginare che ritmo e azione fisica abbiano una risonanza reciproca nel sistema nervoso.”[9] 
Questa affermazione fa il paio con l’altra, citata prima. Si è giunti a queste considerazioni grazie a studi che dimostravano che quando si ascolta musica si attivano aree motorie, e la spiegazione che fornisce la Schrock ha a che fare con una probabile elaborazione del ritmo. Tra le aree coinvolte vi sono l’area premotoria, in cui l’azione è preparata mentalmente e il cervelletto per la coordinazione. 

Non lasciamoci sfuggire questa affermazione. Siamo così abituati, da bravi macroftalmici (organismi basati sulla visione) a basare l’atto unicamente sul rimando visivo che, normalmente, ci sfugge il fatto che possa esistere una relazione tra suono e movimento. 

Anche tutte le caratteristiche sensorie che ho elencato in questo blog sono a netta predominanza visiva, verticalità, orizzontalità, luce, tridimensionalità, colore, forma e così via. E’ del resto grazie alla vista e al tatto, includendo la propriocezione e l’equilibrio, che noi possiamo svolgere le normali attività motorie, camminare, sederci, guidare, e via dicendo. Sembra naturale quindi rivolgere a questi settori l’interesse primario dei referenti indirizzativi dell’atto motorio. Cos’ha a che fare dunque il suono, magari sotto forma di musica, con il movimento? 

Saguinus oedipus. Image
pin.primate.wisc.edu
Annarita, con una preziosa segnalazione (di qualche tempo fa), ci informa che è stato condotto un esperimento sulle scimmie tamarine (Saguinus oedipus) in cui si dimostrava che una canzone dei Metallica, un rock piuttosto duro, aveva un effetto tranquillizzante sulle scimmie, uno dei pochi suoni musicali umani a sortire un qualche effetto su questi animali. Ascoltando poi una ricostruzione composita di suoni naturali delle scimmie, una tranquillizzante e una eccitante, viene da pensare a quale tipo di relazione possa intercorrere tra suono ed emozioni scatenate [qui alcuni esempi di vocalizzazioni della scimmia tamarina]. Con tutta probabilità, essendo questi suoni ricostruiti dei segnali di avvertimento, e sapendo che generalmente quegli animali sociali che sviluppano sistemi di comunicazione a distanza sono favoriti nella sopravvivenza, dico essendo pacifiche queste due considerazioni, mi viene da chiedere se vi sia qualche attinenza tra la struttura di queste due distinte sonorità e la loro attinenza con ciò che vogliono stimolare. E con tutta probabilità sarà anche vero che esisteranno sonorità specifiche per diversi eventi, come pericolo dal cielo, pericolo da terra, calma, richiami sessuali e così via. 

Dunque a maggior ragione viene naturale domandarsi se un certo tipo di suono, connotato da alcune precise caratteristiche sonore come ritmo, tempo, altezza, intensità, timbro e così via, sia correlato a determinati movimenti e intensità di azione. Non solo, dunque, un suono che informa su un evento che sta accadendo (scappate tutti che arriva l’aquila), ma anche una relazione tra caratteristiche del suono e atto motorio richiesto, un po’ come succede con la vista, dove certe caratteristiche visive stimolano certi atti motori. Per esempio, una parete verticale, un muro  di qualsiasi colore, recano in sé l’impedimento di alcuni atti, come per esempio attraversarlo. Perché, sia detto per inciso, questo impedimento non genera dolore o spiacere, secondo la mia ipotesi? Perché probabilmente, alla parete appartiene una ricostruzione motoria mentale in cui non è previsto l’attraversamento, per cui non può esserci impedimento di qualcosa che non fa parte del repertorio motorio, mentre può essere toccato, annusato, osservato il colore e la trama, tutte ricostruzioni motorie per comprendere cos’è un muro. 

Anche se questa considerazione non è sempre valida. Infatti, un'inferriata che impedisce di accedere a del cibo è in grado di generare uno stato di frustrazione, comportandosi come un impedimento (e la frustrazione come un reminder) anche se, in sè, l'inferriata, non potendosi attraversare, non dovrebbe generare nessun impedimento. In questo caso è il ruolo cognitivo dell'inferriata vista aperta a funzionare da impedimento e dunque a generare la frustrazione.

Nella musica tutto questo non c'è e perciò, non essendoci nessun impedimento a nessun movimento mentale, è piacevole. In più, come notato, la musica accompagna e stimola il movimento attraverso la danza, e muoversi  è la cosa più importante per gli organismi animali.



[1]Karen Schrock, Emozioni in musica, Mente&Cervello, 60, dicembre 2009, pp.44-51.

[2] O. Sacks, Musicofilia, Adelphi  2008.

[3] Ralph Adolphs, Daniel Tranel, Impaired Judgments of Sadness But Not Happiness Following Bilateral Amygdala Damage, Journal of Cognitive Neuroscience, April 2004, Vol. 16, No. 3, Pages 453-462 doi:10.1162/089892904322926782

[4] Vieillard, S., Peretz, I., Gosselin, N., Khalfa, S., Gagnon, L. & Bouchard, B. (2008) Happy, sad, scary and peaceful musical excerpts for research on emotions. Cognition and Emotion
[5]M. Balter, Feel-Good Music Feels Good Around the World, Science 2009

  1. [6] 
  2. Heaton, P., Allen, R., Williams, K. & Cummins, O. & Happé, F., (2008). Do social and cognitive deficits curtail musical understanding? Evidence from Autism and Down syndromeBritish Journal of Developmental Psychology, 26, 171 – 182. 
[7] Roberto Bresin and Anders Friberg, Emotional Coloring of Computer-Controlled Music Performances, Computer Music Journal 2000 24:4, 44-63

 
    [8] K. Schrock, op. cit. p. 49.
[9] K. Schrock, op. cit. p. 49.

domenica 27 novembre 2011

Cara acqua quanto mi costi? Tutti gli aumenti della bolletta idrica in un'infografica

Un rapporto di AltroConsumo stila gli aumenti e i costi annui della bolletta dell'acqua, diventata veramente un bene prezioso. Dalla bolletta più cara d'Italia (Firenze con 503 euro all'anno) a quella meno cara (Milano  con 129 euro all'anno), dal maggior aumento (Aosta + 42%) a chi non ha aumentato affatto (Salerno, Catanzaro, Campobasso). Certo, non dobbiamo farci influenzare dall'aumento: Aosta, nonostante il notevole aumento, ha un costo bolletta (media nord) inferiore a quella del centro. Quello che conta è il costo in bolletta, e il centro la fa da padrone. Su AltroConsumo il resto dell'articolo, qui sotto la mia infografica (cliccare sull'immagine per la versione a schermo intero).



Dai sottosegretari al sottogoverno: il "patto del tunnel"

Dal tunnel tra il Cern e il Gran Sasso a quello tra Palazzo Giustiniani (uffici dei senatori)  e Palazzo Madama (sede Senato), se pure c'è un aumento di credibilità a livello tunnel c'è però un maggior effetto dirompente a livello credibilità politica [fonti Repubblica, Tgcom, Lettera43].
Che un governo nato tecnico e sostenuto dalla quasi totalità dell'emiciclo, in quella che è stata definita una novella unità nazionale, debba usare questi sotterfugi per incontrare quasi di nascosto i tre leaders dei principali partiti (Alfano, Bersani, Casini)  per decidere i sottosegretari ebbene, mi sembra come partire con tutte le migliori intenzioni ma, appena partiti, già sgarrare.
La suddivisione dei sottosegretari, secondo le fonti giornalistiche citate sopra, sarebbe:

  • 12 area Pdl
  • 13 area Pd-terzo Polo
  • 5 vicino al premier Monti
Saranno pure sottosegretari tecnici, nessuno dei quali parlamentare, ma perchè questa grande volontà da parte dei partiti di scegliere quelli  più graditi, anche se a parole dichiarano che dovrebbero sceglierli i ministri?

governo monti i ministri - imagesource esclusivista.it
C'è quindi un aspetto un po' inquietante nella vicenda. Già a partire dalle preferenze espresse dai singoli capi di partito. C'è chi preferisce le deleghe alla giustizia e alle telecomunicazioni, chi l'editoria. Il problema non è solo questo però: perchè non farlo apertamente, perchè ricorrere a questi mezzi (se pure vi hanno fatto ricorso, perchè le segreterie smentiscono ma Palazzo Chigi no)?
Una possibile risposta è che mentre ufficialmente si proponeva un governo composto di soli tecnici non legati a nessun partito in realtà si lavorava per influenzare la scelta di quelle deleghe che incidono veramente sugli aspetti più importanti (per i politici). Mentre la facciata è pulita e presentabile, l'interno ha tutte le caratteristiche della vecchia e cara spartizione.
Ed ecco che s'insinua un'ombra nel candore immacolato di questo nascituro: non sono più solo ministri tecnici e sottosegretari tecnici scelti dai ministri ma sottosegretari graditi ai partiti. Per quale motivo devono essere graditi se è solo il governo Monti ora ad assumersi la responsabilità e l'onere di provvedimenti che saranno altrettanti sacrifici sicuri per l'italiano medio (medio inteso come reddito, tra il medio e il medio-basso, i soliti insomma)? Forse perchè i partiti vogliono incidere maggiormente nell'azione di governo  senza però assumersene l'onere elettorale? Perchè se è così, c'è una buona probabilità che la presunta equità vada a farsi friggere e che lo spazio di manovra del nuovo governo Monti sia molto più limitato di quanto già ipotizzato.
In definitiva, per concludere questa sequenza di ipotesi, si potrebbe anche dire che la situazione che si è venuta a creare è, in qualche modo, quasi perfetta per i partiti: un governo tecnico sotto i riflettori che fa le riforme lacrime e sangue e raccoglie i malumori e un sottogoverno (leggi sottosegretari di gradimento politico) fuori dai riflettori che continua a curare gli interessi dei politici e dei partiti.


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